Dopo anni di speculazioni, annunci smentiti, e perfino dimissioni eccellenti per evitare un simile scenario, Meta ha ufficializzato il debutto delle sponsorizzazioni su WhatsApp. Ecco tutto quello che c’è da sapere: dove compariranno gli annunci, come funzioneranno e quali opportunità si aprono per aziende e professionisti.
Una rivoluzione annunciata (da tempo)
Quando nel febbraio del 2014 Mark Zuckerberg acquistò WhatsApp per circa 22 miliardi di dollari, garantì che “non sarebbe cambiato nulla”. All’epoca, l’app contava già 450 milioni di utenti attivi e si distingueva per la sua semplicità e l’assenza di pubblicità. Una promessa mantenuta, almeno per qualche anno.
Nel 2018, la crescita era esplosa: oltre un miliardo e mezzo di utenti e un’azienda ormai parte integrante del colosso Facebook. Ma proprio in quel periodo iniziarono le tensioni interne. I due fondatori di WhatsApp, Jan Koum e Brian Acton, lasciarono la società – ufficialmente per divergenze, ufficiosamente per contrasti sul futuro della piattaforma e sull’inserimento delle pubblicità.
Ora, nel giugno 2025, quella svolta è diventata realtà. Meta ha annunciato il primo programma di monetizzazione nativo per WhatsApp, aprendo ufficialmente all’ingresso degli annunci sponsorizzati. Ma attenzione: questa trasformazione avverrà con cautela, in modo progressivo e – almeno per ora – senza intaccare la componente privata delle conversazioni.
Dove vedrai gli annunci: non nelle chat
Meta ha chiarito fin da subito un aspetto fondamentale: gli annunci su WhatsApp non interferiranno con le chat private. Le conversazioni personali e di gruppo, così come le chiamate, le videochiamate e gli aggiornamenti di Stato condivisi dagli amici, resteranno del tutto esclusi dalla pubblicità. Tutte queste aree continueranno a essere protette dalla crittografia end-to-end, a tutela della privacy degli utenti.
Gli annunci verranno mostrati esclusivamente nella sezione “Aggiornamenti” dell’app, quella dedicata agli stati – contenuti effimeri simili alle Storie di Instagram – e ai canali, ossia flussi di comunicazione gestiti da aziende, brand o figure pubbliche, con un approccio unidirezionale. Si tratta di una sezione che viene visualizzata ogni giorno da circa 1,5 miliardi di persone, pari a metà degli utenti globali di WhatsApp. Ed è proprio lì che l’app compie un’evoluzione: da semplice strumento di messaggistica a una piattaforma che assume sempre più le caratteristiche di un micro-social.
Come funziona la pubblicità su WhatsApp
Meta ha introdotto tre nuovi strumenti per potenziare la presenza delle aziende su WhatsApp, con l’obiettivo di monetizzare e creare un percorso fluido dall’interesse alla conversazione. Le novità si concentrano nella sezione “Aggiornamenti” dell’app e sono pensate per valorizzare il ruolo dei Canali e degli Stati, senza compromettere la natura privata della piattaforma.
- Annunci sponsorizzati negli stati. Funzionano in modo simile alle storie sponsorizzate di Instagram. Mentre l’utente guarda gli aggiornamenti temporanei dei propri contatti, può apparire un annuncio a schermo intero, integrato nel flusso in modo naturale.
- Canali in abbonamento. Alcuni Canali offriranno contenuti premium accessibili solo tramite pagamento. È una soluzione pensata per creator, brand o aziende che vogliono proporre aggiornamenti esclusivi. Meta non tratterrà commissioni nella fase iniziale, ma in futuro applicherà una quota del 10% sugli abbonamenti.
- Promozione dei Canali. Le aziende potranno investire per aumentare la visibilità del proprio Canale, facendolo comparire più in alto nella sezione “Aggiornamenti” e raggiungere così un pubblico più ampio.
Questo approccio si integra con gli strumenti già esistenti. Oggi molte aziende usano Facebook e Instagram per sponsorizzare messaggi che portano direttamente a WhatsApp. I brand più strutturati, inoltre, possono collegare l’app ai propri sistemi CRM per gestire in modo centralizzato ed efficiente la comunicazione con i clienti.
La strategia è chiara: attrarre l’attenzione con la pubblicità, nutrire il rapporto attraverso i Canali e arrivare al cuore dell’interazione con una conversazione privata.
Targeting e personalizzazione: quali dati vengono usati
Una delle principali preoccupazioni – comprensibilmente – riguarda l’utilizzo dei dati personali per la profilazione pubblicitaria. Su questo punto, Meta ha voluto rassicurare gli utenti: non verranno lette le chat né ascoltate le chiamate. Le inserzioni personalizzate si baseranno su informazioni generali come la città in cui ci si trova, la lingua impostata sul dispositivo e il tipo di interazioni avute con canali e annunci. Inoltre, se l’account WhatsApp è collegato a Facebook o Instagram, anche i dati provenienti da queste piattaforme potranno contribuire a rendere più mirata la pubblicità.
L’obiettivo è offrire un’esperienza pubblicitaria più contestualizzata ma mai invasiva, mantenendo intatto il carattere privato e personale che gli utenti associano a WhatsApp.
Cosa cambia per le aziende e le opportunità di marketing
Per le aziende, l’introduzione della pubblicità su WhatsApp rappresenta un’opportunità preziosa. Finalmente sarà possibile inserirsi in modo diretto su una delle app più usate al mondo, con strumenti pensati per creare coinvolgimento e relazioni stabili con i clienti.
I vantaggi principali includono:
- Targeting su larga scala, grazie all’integrazione con i dati Meta
- Formato immersivo e verticale, simile a quello delle Storie
- Possibilità di avviare conversazioni direttamente da uno spot, senza landing page intermedie
- Nuovi modelli di business, come gli abbonamenti ai Canali premium
Inoltre, Meta punta molto sulla messaggistica aziendale come nuovo pilastro del suo business, come dichiarato dallo stesso Zuckerberg durante la call con analisti e investitori di aprile. Secondo lui, nei paesi emergenti – come Thailandia e Vietnam – dove il costo del lavoro è basso, molte imprese già oggi usano la chat come canale commerciale primario.
Nei paesi sviluppati, questo modello ha finora avuto meno successo a causa dei costi, ma secondo Meta l’arrivo dell’Intelligenza Artificiale cambierà tutto. L’obiettivo dichiarato è quello di automatizzare la creazione e distribuzione delle campagne pubblicitarie, rendendole scalabili, efficienti e alla portata di tutte le imprese.
Un contesto favorevole: i numeri di Meta
Il momento scelto per lanciare la pubblicità su WhatsApp non è casuale. I segnali che Meta sta raccogliendo dalle sue app parlano chiaro.
Nel primo trimestre del 2025, la voce “altre entrate” della divisione Family of Apps ha raggiunto i 510 milioni di dollari, con una crescita del 34% rispetto all’anno precedente. Un risultato ottenuto grazie all’espansione di WhatsApp Business, al successo del programma di verifica degli account (la famosa spunta blu) e all’incremento di strumenti per aziende, come cataloghi e chatbot.
Zuckerberg non ha nascosto le ambizioni: WhatsApp deve diventare non solo un’app di messaggistica, ma anche una piattaforma commerciale e pubblicitaria completa.
Perché conviene iniziare a pensarci ora
Anche se il rilascio degli annunci sarà graduale è già il momento giusto per cominciare a valutare il potenziale di WhatsApp nella propria strategia di comunicazione.
Per chi lavora nel marketing digitale o in una web agency, questo significa:
- Consigliare ai clienti la creazione di un canale WhatsApp ufficiale
- Studiare campagne verticali su pubblico caldo, sfruttando i dati Meta
- Pensare a contenuti più immediati e personalizzati, capaci di stimolare conversazioni
WhatsApp non è più solo un’app per “chattare”. È diventata uno strumento completo per intercettare, coinvolgere e convertire un pubblico sempre più connesso e selettivo. E chi inizia a sperimentare da subito, potrà trovarsi in una posizione privilegiata quando la pubblicità sarà pienamente operativa.

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