Ma al di là dell’hype da social, quello dei Labubu è un fenomeno che intreccia arte, marketing e cultura pop orientale, con numeri da capogiro e qualche insidia!
Cosa sono i Labubu e perché tutti ne parlano
Primo indizio: l’illustratore hongkonghese-belga Kasing Lung disegna nel 2015 la serie “The Monsters”, fiabe illustrate piene di creature buffe a metà tra i Gremlins e “Where the Wild Things Are”. Fra loro, il personaggio più carismatico è proprio Labubu: pelliccia marrone, denti aguzzi, sguardo malizioso.
Quando POP MART acquisisce la licenza nel 2019, la creatura di carta diventa un vinile da collezione e — soprattutto — un peluche-portachiavi pensato per stare appeso a borse e zaini. Il format “blind box” (scatola sorpresa: compri, ma non sai quale versione troverai) trasforma l’acquisto in una caccia al tesoro degna dei tempi d’oro delle figurine.
A decretare il salto virale arriva il potere delle celebrity: Lisa delle BLACKPINK mostra la sua collezione su Instagram, Rihanna sfoggia un maxi Labubu in front-row, e il resto è storia di hashtag e duetti su TikTok.
Dal disegno alla mania globale: come POP MART ha creato un impero
Fondata a Pechino nel 2010 e quotata a Hong Kong dal 2020 (ticker 9992.HK), POP MART ha costruito un business da oltre 2 miliardi di dollari annui puntando su “art toy” in serie limitata e collaborazioni con designer indipendenti. Il colpo da maestro? Abbinare i personaggi a un’esperienza fisica: 500 negozi e quasi 200 vending machine in 30 Paesi che registrano file all’alba, come accaduto a Milano il 25 aprile scorso.
La scarsità programmata — pezzi “secret” rarissimi e tirature limitate — crea un mercato secondario dove i Labubu più ambiti toccano i 700 euro, con punte di qualche migliaio per collaborazioni speciali (vedi le versioni Vans o Ultraman). Se ami collezionare, sappi che la rivalutazione è reale ma che, come tutte le mode, potrebbe sgonfiarsi in fretta.
L’azienda cavalca la FOMO (Fear Of Missing Out) offrendo drop frequenti e temi stagionali: dalla “Tasty Macarons” alle serie “Big Into Energy”, ogni ondata riaccende la coda e il count-down sui social.
L’effetto TikTok e l’amplificatore K-Pop
Per la Gen Z, il Labubu è molto più di un giocattolo: è un badge identitario da mostrare nei video “What’s in my bag”, un prop per i dance challenge e un filtro di stile che strizza l’occhio all’estetica kawaii. I numeri parlano chiaro: centinaia di milioni di visualizzazioni sull’hashtag #labubu, produzioni di fan art e outfit cuciti ad hoc da artigiani Etsy-style.
Le star del K-Pop fungono da moltiplicatore. Quando un idol lo aggancia alla tote-bag, la domanda esplode sui marketplace globali; risultato: sold-out in poche ore e rivendite con ricarichi tripli. L’algoritmo di TikTok spinge ulteriormente il trend premiando video brevi, colori pastello e la suspense dell’unboxing “blind”.
Consiglio pratico: se vuoi cavalcare l’onda senza stress, segui i canali ufficiali POP MART e imposta alert per i drop; evita i reseller impulsivi nelle 48 ore successive all’uscita — è il momento in cui i prezzi sono più gonfiati.
Quanto costano (davvero) e come riconoscere i falsi
- Versioni base: 15-20 € per i pendenti mini.
- Formati XL: 90-120 €.
- Edizioni rare o “secret”: 250 € e oltre; in rivendita si può arrivare a 700 €.
Prima dell’acquisto, controlla tre dettagli anti-fake: presenza di QR code sull’etichetta (rimanda al servizio clienti POP MART), marchio UV sul piede, snodo testa-piedini che ruota a 360°. Se compri usato, richiedi video che mostrino questi particolari.
Ricorda che esistono “Lafufu”, copie low-cost che circolano a 5-10 €: simpatiche, ma prive di valore collezionistico. Valuta il budget e l’obiettivo: se vuoi solo un pendente carino, vanno bene; se punti a un investimento, resta sull’originale.
Guida rapida per un collezionismo consapevole
- Definisci il tuo focus: completerai un’unica serie o sceglierai pezzi “statement”? Tenere un diario foto (o un album digitale) aiuta a evitare doppioni costosi.
- Stabilisci un tetto di spesa mensile: la FOMO è reale, ma il portafogli ringrazia se imponi limiti chiari.
- Partecipa alle community: forum e gruppi Discord organizzano scambi fair price; un modo divertente per trovare il pezzo mancante senza svenarsi.
- Conservazione smart: luce diretta e umidità alterano i vinili. Usa box acrilici o espositori chiusi se punti alla rivalutazione.
Sono consigli semplici, ma fanno la differenza tra l’entusiasmo del collezionista e l’ansia da scaffale ingombro.
Oltre Labubu: il futuro degli art toy
Se ti stai chiedendo “e dopo?”, occhio ai nomi: Crybaby, Skullpanda, Dimoo e le collaborazioni crossover (Marvel, Disney, anime cult). POP MART investe in nuove IP per non dipendere da un singolo personaggio e gli analisti avvertono che l’innovazione sarà cruciale per mantenere un market cap superiore ai giganti Hasbro e Mattel.
Parallelamente crescono brand rivali e designer indipendenti che sfruttano Kickstarter e dropship per lanciare serie limitate: un segnale che il collezionismo pop si sta democratizzando. Se ami l’estetica “cute-creepy” dei Labubu, valuta di esplorare anche micro-progetti emergenti: potresti scoprire il prossimo fenomeno prima che sbarchi su TikTok.
Con una storia che unisce illustrazione d’autore, marketing esperienziale e la spettacolarità dei social, i Labubu si confermano metafora perfetta della cultura pop iper-connessa: carini e un po’ “weird”, accessibili ma allo stesso tempo elitari, irresistibili nel feed come in vetrina.
Che tu decida di iniziare la caccia al pezzo “secret” o di limitarti a un solo ciondolo, sappi che stai entrando in un universo dove il confine fra giocattolo e oggetto di design è ormai sfumato, e dove, a ogni nuova serie, l’avventura ricomincia da capo.
Buona collezione!

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