Il nuovo Year in Search mette in fila parole, nomi, ricette, domande urgenti. E da quell’elenco emerge un’Italia che alterna attenzione alla geopolitica, desiderio di leggerezza e un legame fortissimo con la tradizione.
Quando analizziamo questi dati con una mentalità orientata alle persone — non solo ai numeri — il quadro diventa ancora più nitido.
Gli italiani cercano di capire il mondo
Il primo elemento che colpisce è il peso delle ricerche legate all’attualità internazionale.
Termini come:
- “Perché Israele ha attaccato l’Iran?”
- “Perché Trump ha attaccato l’Iran?”
- “Perché TikTok chiude in America?”
raccontano un bisogno molto chiaro: gli utenti vogliono contesto. Vogliono comprendere decisioni politiche complesse, tensioni tra Stati, scenari che influenzano la loro vita quotidiana anche a distanza.
Questa categoria di ricerche trasforma Google in una sorta di archivio di alfabetizzazione geopolitica: uno spazio dove le persone cercano una chiave di lettura immediata e affidabile.
Un comportamento che, dal punto di vista strategico, conferma una tendenza su cui in molti stanno già lavorando: l’importanza di contenuti chiari, contestualizzati, accessibili anche quando il tema è complesso.
Cultura pop, serie, cinema e personaggi: la ricerca come rituale sociale
Accanto alla geopolitica si muove tutto ciò che crea conversazione collettiva.
Nel 2025 hanno dominato:
- le serie TV “Monster: La storia di Ed Gein”, “Squid Game” e “Il Gattopardo”,
- film come “Nosferatu”, “Conclave”, “Anora”, “Thunderbolts”, “Superman”,
- figure amate o scomparse come Papa Francesco, Pippo Baudo, Eleonora Giorgi, Giorgio Armani, Robert Redford,
- artisti molto cercati come Lucio Corsi, Olly, Achille Lauro, Brunori Sas, Serena Brancale, Marcella Bella.
Non si tratta solo di entertainment. In questi picchi di ricerca c’è un gesto umano ricorrente: il bisogno di condividere, di capire un fenomeno di cui “tutti parlano”, di connettersi.
I contenuti culturali diventano momenti di aggregazione, e Google è il luogo dove questi momenti prendono forma.
Per chi lavora nella comunicazione, questo è un indicatore potente: i contenuti che funzionano non vivono isolati, ma si intrecciano con ciò che le persone stanno già osservando, commentando, discutendo.
Tra ricette tradizionali e “Come si fa”: la ricerca come risorsa quotidiana
Una delle sezioni più rivelatrici è quella dedicata alle ricerche pratiche.
Nel 2025 gli italiani hanno alternato geopolitica e cultura pop con richieste molto più concrete: ricette, tutorial, spiegazioni rapide.
Le ricette più cercate parlano da sole:
- Casatiello napoletano
- Colomba pasquale
- Torta pasqualina
- Chiacchiere
- Salame di cioccolato
Una lista così tradizionale descrive un paese che, nei momenti complessi, torna verso ciò che conosce meglio. La cucina come rifugio, la tradizione come ancora.
Parallelamente, le ricerche “Come si fa…” raccontano un’altra tendenza: l’Italia pratica, che usa il digitale per semplificarsi la vita.
Da come fare uno screenshot a come fare il dry brushing, fino a questioni legate alla casa o alla cura personale: la ricerca diventa uno strumento immediato per risolvere problemi, non per accumulare teoria.
È un comportamento che conferma un punto che vediamo spesso nei progetti digitali data-driven: quando le persone cercano soluzioni, vogliono chiarezza, non gerghi. Vogliono la risposta, non un muro di testo.
Moda, linguaggio, identità: il digitale come spazio di orientamento
Un’altra area particolarmente attiva nel 2025 riguarda lo stile e il linguaggio.
Le ricerche più frequenti includono:
- Come vestirsi a Pasqua?
- Come vestirsi a un matrimonio?
- Come vestirsi sulla neve?
- Come vestirsi a 50 anni per sembrare più giovani?
Piccoli grandi dilemmi quotidiani, che rivelano un’Italia che usa Google non solo come motore di ricerca, ma come consigliere rapido per decisioni di stile.
Cresce anche il bisogno di comprendere nuove parole, come ACAB, bed rotting, Agostiniano, separazione delle carriere, Cubiculario.
Un segnale chiaro: il linguaggio cambia velocemente, e il digitale è il primo luogo in cui questo cambiamento si osserva.
Per chi produce contenuti, queste micro-tendenze sono preziose. Mostrano come intercettare i bisogni reali del pubblico, senza forzature. La rilevanza non nasce dal parlare di tutto, ma dal capire cosa sta muovendo davvero le conversazioni.
Guardare avanti: cosa ci dicono queste ricerche sul 2026
Il 2025 ci consegna un’Italia che usa Google per tre motivi principali: capire, orientarsi, ritrovare conforto.
Questa combinazione — geopolitica, cultura pop, ricette, tutorial, linguaggio — non è casuale. È il ritratto di un paese che cerca equilibrio tra complessità e quotidianità.
Il 2026 si apre con un cambiamento importante: un motore di ricerca sempre più integrato con l’AI. Questo influenzerà il modo in cui gli italiani formuleranno le loro richieste e il tipo di risposte che si aspetteranno.
Per chi lavora nei contenuti digitali, la direzione è chiara: servono testi capaci di unire precisione, semplicità, contesto e umanità. I dati aiutano, ma da soli non bastano. La differenza la fa chi sa leggerli con sensibilità, e trasformarli in insight utili.