Pubblicità ingannevoli: la reazione di Google contro le Bad Ads

Il notevole incremento dell’utilizzo di Internet negli ultimi decenni ha comportato alcune conseguenze negative relativamente all’aumento delle pubblicità ingannevoli.
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Ce ne sono di diverse e che toccano disparati campi, come le offerte di lavoro milionarie, che nascondono investimenti azionari pericolosi; prestiti finanziari con tassi apparentemente minimi, che però si rivelano ai limiti dell’usura; forme fisiche perfette ottenibili grazie a medicinali e stimolanti, in realtà sconsigliati dall’intera sanità mondiale; facili download gratuiti di programmi e applicazioni informatiche a pagamento, che celano virus pericolosi per i propri dispositivi elettronici.

Proprio per questo, già da diversi anni, la piattaforma online più utilizzata al mondo, Google, ha deciso di intervenire con metodi decisi per cercare di porre fine, per quanto possibile, all’abuso di tali pubblicità, tentando di innalzare muri virtuali che consentano di difendere le postazioni digitali di ogni singolo utente del web.

Il cambio di rotta di Google

Nel 2011, la piattaforma Google venne multata dal dipartimento statunitense che tutela il commercio online, in quanto colpevole di permettere la vendita di determinati farmaci, proibiti in vari stati del mondo. Questo evento ha comportato un vero e proprio cambio di rotta per la compagnia californiana, che dal 2012 ha investito fortemente per combattere i cosiddetti bad ads, ossia tutti quegli annunci che si inseriscono improvvisamente nelle pagine web alla ricerca di un clic involontario.

A partire da questi anni, Google inizia ad investire per affrontare anche i cosiddetti trick to click, ossia avvertimenti fasulli del sistema operativo installato sul proprio computer, che risultano essere in realtà metodi per introdurre nel computer stesso malware o virus. Questo metodo ingannevole è utilizzato in maniera sempre più opprimente sul web, da società differenti, tra cui quelle dei siti di giochi d’azzardo o le farmacie online che vendono prodotti proibiti in determinati Stati, costringendo Google a cercare metodi per prevenire tali pubblicità e ulteriori metodi per far cessare quelle già presenti sul web.

Solamente nel 2016, Google ha dovuto provvedere alla cancellazione di oltre 100 milioni di questi annunci, un numero maggiore di ben sei volte rispetto al 2015.

I recenti progressi di Google contro le pubblicità ingannevoli

Dal 2011, come detto, la compagnia del più potente motore di ricerca online al mondo ha incominciato una campagna a tutela del web, che ha portato a grandi risultati. Questi però non sono ancora abbastanza per definire sicuro il mondo di internet. Per questo Google non ha posto fine a tale investimento, bensì sta accrescendo, ogni anno di più, gli sforzi per marginare tali fenomeni virali.

Nel 2016 la compagnia statunitense si è prodigata notevolmente per combattere i cosiddetti payday loans, ossia le proposte di finanziamenti apparentemente comodi, ma che risultano vere e proprie trappole economiche, coinvolgendo ben 5 milioni di questo tipo di annunci. La Campagna di Google contro le bad ads continuerà a lungo, finché il problema non sarà ritenuto totalmente risolto.

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